Pessime notizie per i percettori NASPI, alcuni lavoratori perderanno il diritto all’assegno di disoccupazione. Sono cambiate le regole.
La NASPI è l’indennità di disoccupazione erogata quando viene perso involontariamente il lavoro. Un aiuto importante per assicurarsi un’entrata mensile mentre si cerca una nuova occupazione. Si hanno massimo 24 mesi di tempo, poi le erogazioni finiranno ma potrebbe accadere che il beneficio non venga proprio concesso.

Perdere il lavoro è un guaio, soprattutto per le persone non più giovanissime. Considerando le difficoltà a trovarne un altro si capisce bene come il rischio di lasciarsi deprimere dalla situazione sia alto. Per sostenere i cittadini che perdono involontariamente l’occupazione il Governo concede la NASPI, l’indennità di disoccupazione che consente di avere un’entrata mensile fino a quando non si troverà un nuovo lavoro o per un massimo di 24 mesi.
La misura concede di fermarsi un attimo e ragionare su come ricostruire la propria vita. Riveste fondamentale importanza per chi già sa dal principio che a breve rimarrà senza un’occupazione. Parliamo di chi ha un contratto a termine e dei lavoratori stagionali del settore turistico e alberghiero. L’estate è agli sgoccioli e presto tante persone si ritroveranno in mezzo alla strada. Per fortuna c’è la NASPI oppure no?
Ecco chi non riceverà la NASPI in autunno
Le regole sulla fruizione della NASPI sono cambiate nel 2025 diventando più restrittive. Il motivo è semplice, evitare che i furbetti percepissero l’indennità senza giustificato motivo dopo aver aggirato le regole. Ora chi accumula assenze ingiustificate per farsi licenziare invece che dimettersi e non percepire la NASPI non riceverà più l’indennità di disoccupazione perché questo comportamento equivarrà a dimissioni volontarie.

Una regola che gli stagionali devono conoscere, poi, è che servirà un contratto di minimo 3 mesi per ottenere la NASPI dopo le dimissioni volontarie da una precedente occupazione. In questo modo si vogliono tutelare le casse pubbliche evitando sprechi nelle erogazioni dell’indennità.
Se, quindi, un lavoratore stagionale dovesse aver iniziato a lavorare a maggio in un albergo per dimettersi a giugno per incomprensioni con i titolari della struttura e poi avesse nuovamente iniziato a lavorare in un altro albergo a luglio fino al 31 agosto ecco che la NASPI non verrebbe concessa perché non ci sono stati 3 mesi di lavoro dopo le prime dimissioni volontarie.
La Legge di Bilancio 2024, infatti, ha stabilito che dal 2025 per accedere alla NASPI dopo le dimissioni da contratto di lavoro a tempo indeterminato (dettaglio che può portare a diverse interpretazioni della norma) sono necessari almeno 3 mesi consecutivi di lavoro e 13 settimane di contribuzione.