La pensione di reversibilità è un diritto che spetta non solo agli ultimi coniugi ma anche agli ex compresi gli arretrati: ecco come richiederli.
Quando si parla di pensione di reversibilità si fa riferimento ad una misura assistenziale pensata per dare sostegno economico ai coniugi e ai familiari di un titolare di pensione di anzianità defunto. L’assegno mensile spetta di diritto alla moglie del pensionato deceduto o in assenza ai familiari più prossimi che ne hanno diritto.
La legge prevede che la reversibilità sia concessa anche ad un’ex coniuge e questo anche nel caso in cui il titolare dell’assegno pensionistico sia convolato a nuove nozze prima del decesso. Insomma, qualora l’ex coniuge non sia titolare di uno stipendio o di una pensione propria, avrà diritto a ricevere una parte della pensione di reversibilità senza che l’ultimo coniuge possa opporsi.
In alcuni casi questo processo non avviene in modo automatico, ma la pensione di reversibilità viene estesa all’ex coniuge dopo questo ha fatto apposita richiesta e l’INPS ha verificato che vi siano i requisiti adeguati per concedere l’assegno mensile. Insomma, una volta approvata la richiesta, l’ex coniuge riceverà la sua parte esattamente come l’ultimo.
E per quanto riguarda tutte quelle mensilità che sono saltate prima dell’estensione? Su questo si è espressa di recente la Corte di Cassazione, sentenziando che l’ex coniuge ha diritto alla reversibilità sin dal primo momento e non da quando viene approvata l’estensione, per tale motivo avrà diritto anche agli arretrati.
La sentenza della Cassazione n. 23851 del 25 agosto nasce da un caso specifico di una donna che ha fatto ricorso in tribunale poiché riteneva che la quota spettante della pensione di reversibilità fosse superiore a quella che percepiva mensilmente. Sia l’ultimo coniuge che l’ex coniuge, infatti, dovrebbero ricevere un’eguale somma mensile, ma a quanto pare in questo caso l’ultima moglie del defunto stava ricevendo una somma superiore.
La Corte d’Appello ha dato ragione all’ex coniuge e stabilito che l’INPS equiparasse le somme mensili delle due donne. Non contenta, la donna ha fatto ricorso in Cassazione poiché intenzionata ad ottenere gli arretrati per tutti quei mesi in cui ha ricevuto una somma inferiore a quella che le spettava.
Valutando il caso, gli Ermellini hanno stabilito che l’ultima coniuge dovrà restituire la somma eccedente ricevuta nei mesi precedenti all’ex coniuge del marito scomparso. Dunque l’INPS è adesso obbligata ad equiparare le somme mensili delle due donne e restituire gli arretrati all’ex coniuge, rivalendosi successivamente sull’altra donna per riavere indietro la somma eccedente concessale.
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