Risveglia i tuoi gerani bruciati dal sole: il segreto per un balcone fiorito con il trucco del giardiniere.
Il caldo estivo è un killer silenzioso: arriva, abbaglia, e in un attimo il tuo balcone passa da cartolina a deserto. Se i tuoi gerani si sono “cotti” sotto il sole, non sei il solo. Ma davvero sono irrecuperabili? Prima di arrenderti, fermati: c’è una strada per riportarli in vita, e no, non richiede un vivaio di supporto né superpoteri.

Con un accorgimento da professionista e qualche mossa furba puoi rimetterli in forma, far ripartire i germogli e riportare colore in balcone senza spendere una fortuna né aspettare mesi o stagioni intere. Ecco come fare.
Come salvare i tuoi gerani bruciati dal sole
I gerani amano la luce e reggono il caldo, ma l’esposizione diretta nelle ore più calde può provocare bruciature. Lo riconosci subito: i fiori spariscono o restano pochi e scuriti come carta bruciata, le foglie si arricciano, spesso con i bordi croccanti e bruniti, alcuni steli diventano legnosi e scuri. Se, però, intravedi ancora tessuto verde e i rami non sono completamente duri e neri, c’è margine per una rimonta spettacolare.

I giardinieri consigliano azioni mirate per mettere in sicurezza la pianta senza fretta quindi senza inondare d’acqua o strafare con l’azoto: così si peggiora lo stress e si rischia di indebolire ulteriormente le radici. L’importante è non ritardare gli interventi perché questo significherebbe spalancare la porta a problemi collaterali: marciumi da irrigazioni compulsive, afidi e mosche bianche attratti dai tessuti indeboliti.
Il “trucco” è un mix semplice ma incisivo: pulizia, nutrimento giusto e ombreggiatura intelligente. Si parte con le cesoie disinfettate e si eliminano tutte le parti totalmente bruciate: fiori secchi, foglie nere o cartacee, estremità rinsecchite. Questo interrompe lo spreco di energia sui tessuti morti e riduce il rischio di malattie.
Subito dopo, la pianta va spostata in un punto luminoso ma al riparo dal sole diretto nelle ore più calde. Se non puoi spostarla, crea un’ombra provvisoria con un telo ombreggiante leggero o una tenda, da rimuovere a fine giornata. L’acqua serve, ma con criterio: preferisci un’annaffiatura lenta, alla base, la mattina presto, lasciando che il substrato si reidrati davvero.
Se l’acqua scivola via senza assorbirsi, immergi il vaso per 10-15 minuti in una bacinella e lascia sgocciolare bene: reidrata in profondità senza creare ristagni. Evita di lasciare acqua nel sottovaso e tieni il terreno appena umido, mai zuppo. Poi, giorno dopo giorno, introduci un fertilizzante ad alto potassio e a basso azoto che aiuta a rinforzare i tessuti e a stimolare nuovi germogli e fioriture.
Dopo una settimana di “convalescenza” in luce filtrata, reintroduci il sole diretto poco alla volta, iniziando dal mattino presto e aumentando l’esposizione di giorno in giorno, e controlla il vaso: i contenitori scuri scaldano di più; se il terriccio è esausto o costipato, a temperature più miti valuta un rinvaso in mix drenante (terriccio per gerani con inerti come perlite) per migliorare aerazione e radici nuove.