I temporali in inverno sono più frequenti e per questo nasce l’esigenza di proteggere le proprie piante. Ecco alcune idee pratiche per farlo.
Sta per finire l’estate e, con l’arrivo dell’autunno prima e dell’inverno dopo, è una priorità mettere in sicurezza le proprie piante. I temporali, infatti, possono danneggiarle enormemente.
Non servono serre costose, bastano scelte furbe prima, durante e dopo il temporale per evitare perdite e sprechi. Ecco come mettere al sicuro balconi e giardini da vento e pioggia invernali con mosse semplici ma astute.
I temporali d’inverno non perdonano: arrivano veloci, sferzano con raffiche di vento, scaricano pioggia battente e lasciano dietro di sé vasi rovesciati, radici sofferenti e rami spezzati. Ti è mai successo di uscire la mattina e trovare le foglie come carta velina e il terriccio trasformato in una palude?
Ecco il punto: non è “solo acqua”. È un mix pericoloso di vento, acqua in eccesso e sbalzi termici che stressa anche le piante più toste.Il problema si riconosce a colpo d’occhio: le piante si piegano come bandiere, i vasi sui balconi si ribaltano, il terreno si compatta e non drena, lasciando le radici in asfissia. Dopo la pioggia, spesso noti foglie ingiallite e margini bruciati, un segnale chiaro di ristagni d’acqua e tessuti danneggiati.
Nei giardini esposti a nord o ovest, dove il vento corre, i danni si moltiplicano. E attenzione anche ai rischi se procrastini: i ristagni causano marciumi radicali, i rami lesionati diventano porte aperte per funghi e malattie, e ogni pianta persa è tempo e denaro buttati tra nuovi acquisti e potature d’emergenza. Senza contare che una pianta debole entra in inverno già stanca e affronta male le ondate di freddo. In pratica, ogni temporale non gestito è un debito che pagherai a primavera.
La strategia vincente parte prima di vedere le nuvole. In giardino, crea barriere frangivento che rallentino l’aria senza bloccarla del tutto. Con siepi di lauroceraso o bambù addolcisci le raffiche e regali ai tuoi arbusti un microclima più stabile; se lo spazio lo permette, anche alberi come querce o pini fanno da scudo naturale, purché siano posizionati a distanza per evitare ombreggiamenti e competizioni inutili.
Dove il verde non arriva, entrano in gioco i supporti tecnici: reti frangivento in plastica o tessuto tecnico tese su pali, da orientare nel lato più esposto, sono un aiuto concreto per ridurre la forza del vento sul colpo. A terra, non lasciare mai il suolo nudo: la pacciamatura è il cappotto delle piante. Uno strato di corteccia, paglia, foglie secche o lapillo vulcanico protegge le radici dagli sbalzi termici, tamponando le sferzate di pioggia che compattano il terreno, e limita l’evaporazione nelle ore asciutte.
Le piante con rami flessibili o fusti longilinei meritano un rinforzo: tutori ben ancorati e legature morbide evitano che si spezzino sotto il peso dell’acqua. Bastano sostegni discreti e una legatura che tenga, senza “strozzare” i tessuti. Se il temporale ti coglie di sorpresa, puoi comunque mitigare i danni: copri le piante più delicate con un telo non tessuto (TNT) leggero e traspirante. È l’ombrello che non fa “effetto serra”: lascia passare aria e luce, ma scherma vento e pioggia diretta.
L’importante è fissare bene le coperture per evitare che il vento le trasformi in vele: una copertura che svolazza è peggio di niente, perché sfrega e danneggia i rami. Appena il maltempo allenta la presa, togli i teli: la luce e il passaggio d’aria sono essenziali per asciugare rapidamente e prevenire funghi. Nel dopo-tempesta, gioca d’anticipo sul recupero. Due o tre giorni dopo, quando i tessuti hanno smesso di “ansimare”, una passata di concimi fogliari delicati o biostimolanti a base di alghe dà una mano alla ripartenza.
Intanto, controlla con cura drenaggi e canali di scolo: griglie, pozzetti e scoline devono essere liberi, altrimenti l’acqua ristagna e trasforma le aiuole in piscine. Se lavori in vaso, non dimenticare di liberare i sottovasi dall’acqua in eccesso e, se puoi, sollevare i contenitori con piedini per favorire il deflusso: è una piccola mossa che previene grandi problemi.
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