È possibile trasformare la propria casa in una location per eventi: ecco la guida legale e pratica.
Hai una casa vuota e vuoi arrotondare mettendola in affitto? È possibile trasformare il suo salotto in una piccola location e far fruttare metri quadri che dormono.

Scopri quando è davvero legale aprire le porte di casa a feste e meeting, cosa ti serve per non rischiare multe e come organizzarti senza stress.
La normativa per affittare la propria casa per eventi
Diciamolo: l’idea di arrotondare affittando casa per eventi è irresistibile. Hai un salone luminoso, un giardino instagrammabile o una villa che urla “wow”… e la domanda nasce spontanea: perché non farla rendere?

Poi, al primo dj set o buffet, affiorano i dubbi: si può? serve un permesso? e se mi bussano i Vigili o la SIAE? Vale davvero la pena continuare a leggere se la tua paura è finire in un mare di carte, sanzioni e vicini inferociti. Il punto di partenza è semplice: stiamo parlando di una locazione temporanea per eventi, cioè un affitto ad ore o per un giorno per matrimoni, compleanni, lauree, meeting aziendali o piccole rassegne.
Il Codice Civile (art. 1571 e seguenti) inquadra questa come una locazione ad uso particolare: tu, come locatore, devi consegnare spazi sicuri e idonei all’uso pattuito; chi organizza, cioè il conduttore, deve usarli secondo destinazione, rispettando regole di condominio e sicurezza. Nella pratica, il problema spunta quando si confonde un semplice affitto di spazi con un’attività commerciale vera e propria, o quando si dimentica che musica, catering e capienza hanno regole precise.
Se l’immobile è in condominio, la convivenza detta il ritmo. Un regolamento condominiale contrattuale può vietare eventi o attività specifiche: in quel caso, stop. Nei regolamenti approvati a maggioranza, invece, non si può impedire in assoluto l’affitto per eventi, ma restano in piedi silenzio, accessi, uso delle parti comuni. Morale: si può fare, ma a regola d’arte.
La domanda che sblocca tutto è questa: stai offrendo solo lo spazio, o anche cibi e bevande? Se affitti soltanto la sala, il cortile o la villa e gli ospiti si arrangiano con allestimenti, catering e musica, resti nella locazione semplice: niente impresa, niente licenze, ma occorre essere irreprensibili con contratto, ricevuta o fattura e regole di utilizzo.
Se, invece, inizi a somministrare alimenti e bevande, entri nel campo dell’attività commerciale regolata dalla L. 287/1991. Gli esperti del settore lo ripetono: fai entrare un catering esterno autorizzato e sei coperto dalle sue abilitazioni e procedure sanitarie; se usi cucine e attrezzature per preparare o riscaldare in proprio, serve la registrazione sanitaria prevista dal Reg. CE 852/2004. È una linea sottile, ma è quella che ti evita brutte sorprese.
E la sicurezza? Qui si gioca la partita. Se la tua location supera i 100 partecipanti, scattano le norme antincendio dei Decreti Ministeriali 16 febbraio 1982 e 19 agosto 1996. Per le ville storiche o gli spazi ampi, i Vigili del Fuoco possono richiedere il certificato di prevenzione incendi: è il documento che attesta la conformità alle regole e mette al riparo da responsabilità. Questo non significa che sotto i 100 ospiti “tutto vale”: uscite libere, estintori efficienti, cavi in ordine, niente sovraffollamento e una planimetria chiara sono abitudini intelligenti, oltre che prudenza elementare.
Capitolo musica: ogni volta che fai suonare brani protetti da diritto d’autore, serve la licenza SIAE. Che sia live o con impianto, l’obbligo resta, perché spazi privati che ospitano invitati diventano, di fatto, luoghi aperti al pubblico. L’eccezione è la festa strettamente familiare, senza biglietto o guadagni, o l’esecuzione di brani in pubblico dominio (autori morti da oltre 70 anni), ma è buona norma comunicare il programma alla SIAE per non incappare in equivoci. Metti in conto questo costo nel budget, a meno di un accordo chiaro con organizzatori o musicisti.
E se sottovaluti tutto questo? Rischi sanzioni per musica non autorizzata, contestazioni condominiali, responsabilità civili per danni a persone e cose, fino a chiusure d’urgenza o eventi interrotti sul più bello per problemi di capienza o antincendio. Senza contare i costi extra per riparazioni e la beffa dell’assicurazione che potrebbe non coprire in caso di inadempienze. È il classico “festa rovinata e soldi buttati”.

La via d’uscita è limpida: definisci il modello e attrezzati. Se scegli la locazione semplice, concentra tutto su un contratto scritto che delimiti uso, orari, numero massimo di ospiti, responsabilità e cauzione per eventuali danni. Specifica che il conduttore rispetterà regole condominiali, norme di sicurezza e silenzio nelle fasce orarie sensibili. Emetti ricevuta o fattura e tieni traccia dei compensi per la dichiarazione fiscale; se l’attività diventa abituale e organizzata, confrontati con il tuo consulente su inquadramento, imposte e adempimenti.
Se vuoi integrare servizi di catering, scegli la strada più snella: appoggiati a operatori esterni autorizzati, con HACCP e permessi a posto. Se invece intendi mettere mano a cucine e attrezzature tue, pianifica la registrazione sanitaria con l’ASL, adegua gli spazi ai requisiti igienici e organizza i flussi di lavoro nel rispetto del Reg. CE 852/2004.
Per location capienti o eventi numerosi, valuta la prevenzione incendi: verifica capienza, percorsi di esodo, estintori e, se superi le soglie, muoviti per il certificato di prevenzione incendi presso i Vigili del Fuoco. Sulla musica, attiva per tempo la licenza SIAE in base al tipo di festa; ricorda che anche una playlist innocente, se non in pubblico dominio, necessita copertura.
Un paio di trucchi salva-ansia che gli event planner giurano essere decisivi: stabilisci da subito la capienza massima e comunicala nel contratto; prevedi un responsabile dell’evento che faccia da interfaccia unica; prepara una checklist di sicurezza con corrente, estintori, vie di fuga e illuminazione di emergenza; definisci bene orari e volumi musicali secondo i regolamenti locali; considera una polizza RC per eventi a tutela tua e degli ospiti. Sono mosse semplici, ma fanno la differenza tra una serata perfetta e un incubo amministrativo.