Agenzia delle Entrate, sono queste le cartelle esattoriali che saranno cancellate nel 2026

C’è una bella notizia per tanti contribuenti: per il 2026 verranno cancellate tante cartelle esattoriali dall’Agenzia delle Entrate.

Cartelle esattoriali verso il cestino? Il “colpo di spugna” 2026 non è una favola: la partita si gioca su vecchi ruoli, debiti ormai inesigibili e contribuenti non aggredibili.

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Agenzia delle Entrate, sono queste le cartelle esattoriali che saranno cancellate nel 2026 (agenziaentrate.gov.it) – ideabuilding.it

Ma la differenza tra liberarsene davvero e restare incastrati dipende da una mossa che molti ignorano. Ecco come fare.

Quali sono le cartelle esattoriali che saranno cancellate nel 2026

Hai una cartella che ti fissa dal cassetto e speri che sparisca da sola? Fermati. Le nuove ipotesi sull’azzeramento di alcune cartelle esattoriali fanno gola, ma se appartieni alla categoria “recuperabile”, aspettare il 2026 potrebbe trasformarsi nel boomerang dell’anno.

calcolatrice, fogli, soldi
Quali sono le cartelle esattoriali che saranno cancellate nel 2026 – ideabuilding.it

La domanda giusta è: come capire se rientri davvero nello “stralcio” e cosa fare adesso per non ritrovarti con più interessi, più ansia e meno soluzioni? Partiamo dai fatti. Il governo ragiona su una cancellazione automatica di quote ingenti di carichi in mano all’Agenzia delle Entrate-Riscossione: l’obiettivo è togliere di mezzo le cartelle non più esigibili, liberando risorse e costi.

Nel frattempo, dopo la rottamazione “quater”, si parla di rottamazione quinquies e di un possibile “colpo di spugna” mirato. Il punto è che non tutte le posizioni sono uguali: alcuni profili sono praticamente irrecuperabili per lo Stato (nullatenenti, falliti, deceduti senza eredi e carichi che non si trasmettono), altri invece restano, eccome.

Come si presenta il problema nella vita reale? Una cartella arriva, la si parcheggia “in attesa di tempi migliori”, e intanto maturano interessi di mora; spesso scatta il fermo amministrativo sull’auto, arriva un pignoramento sul conto o si blocca un rimborso fiscale. Molti rinviano perché “forse la cancelleranno”, ma quello che succede davvero è che chi è “aggredibile” diventa il primo a essere attenzionato: stipendio, pensione, conto corrente e beni pignorabili fanno la differenza.

Commercialisti e consulenti fiscali lo ripetono da mesi: informarsi subito sulla propria posizione e sui requisiti è l’unico modo per giocarsi le carte giuste quando arriverà la stretta finale. Cosa potrebbe essere cancellato nel 2026? Le ipotesi sul tavolo, supportate da relazioni tecniche istituzionali, parlano di carichi affidati alla riscossione fino al 2024 con bassissime chance di incasso: molte cartelle “d’epoca”, anche risalenti fino al 2010, e posizioni di soggetti non attaccabili.

In alternativa, potrebbe ripetersi lo schema già visto in passato: una data-limite oltre la quale i debiti “passati a ruolo” vengono tagliati in blocco, magari sotto una certa soglia. In questo caso, la platea si allarga. Ma attenzione al dettaglio che cambia tutto: se hai redditi regolari o beni pignorabili, la cancellazione automatica è tutt’altro che scontata.

E qui entra in gioco l’urgenza. Rimandare, contando su un “forse” tra un anno e mezzo, significa esporsi a nuove azioni esecutive, perdere la possibilità di chiudere pagando solo imposta e interessi ridotti con le prossime rottamazioni, decadere da piani di rientro, vedere lievitare il conto per interessi e aggi. E se il tuo profilo non rientra nello stralcio? Ti ritrovi nel 2026 con lo stesso debito, ma più pesante. Il tempo, in materia di cartelle, non è mai neutro.

Gli indizi, oggi, dicono questo: lo Stato vuole sfoltire il magazzino da vecchie cartelle ormai senza prospettiva. In pole ci sono i carichi su soggetti nullatenenti, fallimenti chiusi senza riparto, persone decedute senza eredi o debiti non trasmissibili, e le partite croniche con scarsa probabilità di recupero, specie se affidate da anni. Si parla anche di una possibile “tagliola” per anno di affidamento (per esempio, carichi “a ruolo” fino a una certa data) o per importo, riprendendo precedenti esperienze di stralcio amministrativo su micro-debiti di lunga data.

Ma non confondiamo le chance con un lasciapassare universale: chi ha stipendio, pensione, immobili o conti resta un bersaglio potenzialmente incassabile, quindi meno compatibile con l’azzeramento d’ufficio. Cosa puoi fare adesso, in concreto, per non giocarti l’occasione e, soprattutto, per proteggerti se resti fuori dal “colpo di spugna”? Prima cosa: entra nell’area riservata di Agenzia delle Entrate-Riscossione e guarda l’estratto della tua posizione.

donne che parlano con pc e fogli
L’Agenzia delle Entrate cancella queste cartelle esattoriali per il 2026 – ideabuilding.it

Verifica l’anno di affidamento a ruolo, la natura del debito (tributi, contributi, sanzioni), eventuali pagamenti parziali e l’esistenza di atti cautelari o esecutivi. Se noti incongruenze (cartelle già pagate, prescritte, annullate dall’ente), chiedi subito lo sgravio o la sospensione legale, documentando tutto. Molte posizioni “false positive” si ripuliscono così, e arrivare al 2026 con un fardello ridotto è la vera furbata.

Se il debito è dovuto, ragiona con lucidità. Le rateizzazioni restano una via ordinata: piani ordinari fino a 72 rate o straordinari fino a 120, secondo requisiti e istruzioni di ADE-R; attivarli ti mette al riparo da nuove azioni esecutive finché rispetti i pagamenti. Quando il governo aprirà una nuova definizione agevolata (la famosa rottamazione “quinquies”, se e quando sarà approvata), potrai saltare su quel treno per tagliare sanzioni e parte degli interessi: chi è in bonis con la rateizzazione spesso può transitare, ed è qui che l’ordine paga.

Ricorda anche l’arma della prescrizione: per alcuni tributi e sanzioni i termini cambiano, e gli “esperti del settore” sanno quando far valere l’eccezione. Non serve inventare scorciatoie, serve verificare con precisione. Un capitolo a parte merita l’autotutela verso l’ente creditore: se il titolo è viziato (errori, doppioni, decadenze), l’ente può annullarlo, e ADE-R esegue lo sgravio.

Nei casi di difficoltà grave e documentata, valuta con un professionista gli strumenti del Codice della crisi (ex legge “salva suicidi”): i piani di ristrutturazione e la liquidazione controllata permettono un vero saldo e stralcio giudiziale dei debiti, non solo fiscali, quando ricorrono i presupposti. È una strada formale, ma può essere definitiva.

Morale pratica? Giocare d’anticipo è la tua mossa segreta. Chi arriva al possibile stralcio 2026 con la posizione già “ripulita” da errori, con i debiti ben mappati e, se serve, con una rateizzazione attiva, ha più margini di scelta. Chi aspetta “vediamo che succede”, rischia di perdere due volte: niente cancellazione

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