Gli interior designer concordano: il segreto di un soggiorno elegante sta nel non commettere questo errore molto comune.
Gli interior designer sono d’accordo: c’è un gesto ricorrente che sabota l’eleganza del tuo soggiorno. Non dipende dal budget ma da una scelta quotidiana che tutti facciamo, spesso in buona fede.
Capirla, e correggerla, è il passaggio lampo verso un living più curato. Ecco qual è l’errore numero 1 che tutti commettono.
Se il tuo soggiorno sembra sempre un po’ trascurato, il problema non è il divano low-cost né i quadri della zia. È un automatismo che scatta mentre aggiungi cuscini, soprammobili, colori e luci “tanto per”.
Quante volte hai comprato l’ennesimo oggetto convinto che “riempire” migliorasse tutto? In realtà, stai peggiorando la scena. Infatti c’è un errore numero 1 che i designer vedono in quasi tutte le case, e smascherarlo significa passare da “cheap” a “chic” in un weekend.
L’obiettivo è un soggiorno armonico, accogliente, capace di parlare bene di te quando arrivano gli ospiti e di coccolarti quando rientri stanco. Invece, ciò che spesso otteniamo è l’effetto opposto: spazi pieni fino all’orlo, colori messi “a sentimento”, luci casuali, tessuti stanchi. Non serve un occhio allenato per accorgersene: entri e senti subito rumore visivo, passaggi stretti, oggetti che non dialogano, pareti che competono tra loro.
È quel caos gentile che nasce dalle buone intenzioni. Eppure gli esperti del settore lo individuano al volo: il vero scivolone è l’accumulo senza regia. In altre parole, l’assenza di editing. Lo riconosci perché fai fatica a definire un punto focale (il divano? la TV? la finestra?), la palette cambia a ogni angolo, le lampade illuminano a macchie lasciando zone buie e le tende sono appese troppo basse o troppo corte, tagliando la stanza.
La soluzione non è “comprare cose migliori”, ma fare meglio con ciò che hai. La prima mossa è un editing senza pietà: libera il perimetro dei passaggi, scegli un punto focale (un camino, una libreria, una grande stampa, anche la TV se è integrata) e allinea tutto a lui. In mezz’ora capisci già cosa stona. Se hai due mobiletti piccoli e tremolanti, meglio uno solo ma proporzionato; se il tavolino è minuscolo, la composizione sembra provvisoria. Meglio poche cose ben piazzate: less is more non è snobismo, è strategia.
Poi dai una regola ai colori. Gli interior designer usano spesso la regola 60-30-10: una base neutra (60%), un secondo tono coerente (30%) e un accento deciso (10%). Tradotto: scegli due colori principali e un accento, non di più. Beige + grigio caldo con un tocco di verde oliva? Crema + tortora con tocchi nero opaco? Funziona perché toglie rumore e aumenta percezione di qualità. Se temi l’errore, resta su colori neutri e delicati e sposta la personalità su trame e materiali.
Capitolo luce: una stanza “ricca” ha illuminazione stratificata. Ambientale (plafoniera o lampadario), funzionale (lampade da lettura vicino al divano e alla poltrona) e d’accento (piantana dietro, lampada da tavolo sulla madia, faretti su un quadro). Tre livelli, non uno solo, creano profondità e valorizzano ciò che hai. Evita coni di buio negli angoli: “ammazzano” i tessuti e fanno sembrare tutto più piatto.
A proposito di tessuti: è qui che puoi spendere poco, sembrare molto. Sostituisci fodere e cuscini troppo lucidi con trame naturali (cotone pesante, lino, bouclé) e usa una grana visiva che catturi la luce. Il tappeto è un trucco sottovalutato: se è troppo piccolo, l’intero arredo pare economico. Fai in modo che almeno le gambe anteriori dei mobili principali ci stiano sopra; così tutto si “lega” e lo spazio appare più ampio.
Le tende sono il cambio immagine più veloce: appendile più in alto e leggermente più larghe della finestra per dare slancio. La regola pratica è “high and wide”: bastone vicino al soffitto e telo che sfiora il pavimento. Evita tende corte o stropicciate; anche lavarle e stirarle bene fa una differenza sorprendente. Se puoi, un doppio strato (velo + oscurante) aggiunge subito un’allure hotel.
Infine, contenimento intelligente. Nascondi cavi e telecomandi in un vassoio, usa una madia o cesti con coperchio per i giochi o le coperte, ed evita superfici “parcheggio” dove si accumula tutto. Un vassoio sul tavolino, tre oggetti ben scelti (libro, candela, piantina) e stop. Ricorda: curato non significa pieno, significa intenzionale.
Il bello è che non serve rivoluzionare casa. Inizia oggi con tre micro-azioni: togli due oggetti per ogni superficie, raddrizza la palette (scegli i tuoi due colori e spegni il resto), aggiungi una lampada dove leggi o chiacchieri. Domani alza le tende e controlla il tappeto. Nel weekend rivedi il layout attorno al punto focale. È così che passi da “trascurato” a raffinato senza svenarti.
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