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Carta da cucina, io ormai non la compro più: il trucco che mi fa risparmiare centinaia di euro

Ho smesso di comprare la carta da cucina e non mi manca per niente: ecco come ho fatto.

Siamo sinceri: la carta da cucina è come il Wi‑Fi, pensi di non poterne fare a meno finché non ti accorgi che sta divorando soldi e spazio. Rotoli che si srotolano da soli, dispenser capricciosi, fogli che si strappano male proprio quando hai le mani unte… ti suona familiare?

Carta da cucina, io ormai non la compro più: il trucco che mi fa risparmiare centinaia di euro – ideabuilding.it

E soprattutto: quante volte hai dovuto correre al supermercato perché “era finita”? Se tutto questo ti stressa e ti costa, è il momento di rimettere ordine e di trovare un degno sostituto: ecco di cosa si tratta.

Il sostituto della carta da cucina per risparmiare

All’inizio non te ne accorgi, usi un paio di fogli per una macchia, poi per asciugare l’insalatina, poi per il piano cottura, poi per il pavimento dopo il cane. Il rotolo scende in un attimo e con lui scendono i contanti: tra acquisti ripetuti, offerte “prendi 3 paghi 2” e spazio occupato in dispensa, il conto annuale può diventare pesante, soprattutto in famiglie numerose.

Il sostituto della carta da cucina per risparmiare – ideabuilding.it

Non è solo una questione economica: più carta monouso significa più rifiuti, più sacchi indifferenziati e più corse a fare scorta. E quando il dispenser non funziona a dovere, finisci per strappare a caso, sprecando ancora di più. A proposito di dispenser, c’è un dettaglio che molti ignorano. Sostituire il rotolo di carta non è solo “metterne uno nuovo e via”. I modelli moderni hanno blocchi anti-srotolamento e taglio a una mano che evitano strappi disordinati.

Se il tuo è tradizionale, potresti valutare un upgrade: i dispositivi a pressione o automatici ti aiutano a usare solo quanto serve e a ridurre gli sprechi. Anche la scelta del rotolo conta: alcuni sono più resistenti e assorbenti, altri sono riciclati e certificati per chi vuole un approccio più sostenibile. La gestione pratica ha il suo peso: cambialo quando non sei nel pieno di una ricetta, tieni una scorta accessibile e controlla che i rotoli non si inumidiscano, perché si rovinano e diventano inutilizzabili.

Cura anche il dispenser con una pulizia regolare con detergente neutro, così eviti intoppi e sprechi “da nervi”. Tutto vero, tutto utile. Ma c’è un passo successivo che cambia davvero il gioco. La svolta è passare a un kit di strofinacci riutilizzabili ben organizzato. I più versatili sono i panni in microfibra per piani, acciaio e vetri: catturano sporco e grasso con un semplice detergente e si lavano in lavatrice, come raccomandano molti istituti indipendenti di testing domestico.

Per i liquidi e le gocce d’acqua, i panni in cellulosa (le famose “spugne svedesi”) sono leggeri, super assorbenti e si asciugano in fretta, riducendo gli odori. Per l’asciugatura “seria”, gli strofinacci in cotone a nido d’ape sono robusti e rapidi. Se ami il formato rotolo, esistono i rotoli in bambù lavabile o le “unpaper towels” che si arrotolano sul supporto del dispenser: stesso gesto, impatto e costo drasticamente inferiori nel tempo.

L’organizzazione è la parola chiave: dove mettere gli strofinacci

La chiave non è solo cosa usi, ma come lo organizzi. Tieni un mazzetto di strofinacci puliti a portata di mano in cucina, uno per ogni “missione”: uno per il piano cottura, uno per il tavolo, uno per l’acciaio, uno per gli schizzi sul pavimento. Quando sono sporchi, vanno nel cestino del bucato; a fine giornata o a giorni alterni lavali seguendo l’etichetta, spesso a 40–60°C, e asciugali bene. Le linee guida igieniche di enti sanitari suggeriscono di lavare spesso i tessili da cucina e asciugarli completamente per evitare proliferazioni: routine semplice, risultato pulito.

L’organizzazione è la parola chiave: dove mettere gli strofinacci – ideabuilding.it

Se serve sanificare, usa un normale detergente sgrassante sulle superfici e, quando appropriato, un disinfettante idoneo agli alimenti, sempre seguendo l’etichetta. Il bello? Questo set si ripaga da solo. Una dotazione iniziale di panni di qualità costa poco rispetto a mesi di rotoli monouso e, secondo l’EPA e le principali associazioni ambientaliste, le alternative riutilizzabili riducono sensibilmente i rifiuti domestici.

Diversi test di laboratorio indipendenti sottolineano che la microfibra rimuove sporco e residui in modo molto efficace, con meno prodotto e meno passaggi: traduzione, meno fatica e meno sprechi. In cucina, dove si sporcano “dieci cose in cinque minuti”, sentirai la differenza da subito. Ci sono casi in cui la carta può ancora servire? Certo, se friggi e vuoi uno sgocciolamento veloce o per messi davvero “impossibili” che preferisci non lavare.

Ma sono eccezioni, non la regola. Per il fritto puoi usare una griglia sopra una teglia per far colare l’olio senza fogli su fogli; per il resto, il tuo kit fa tutto: assorbe, pulisce, lucida, asciuga, e lo rifà domani, dopodomani e tra un mese. E il tuo carrello della spesa, finalmente, respira.

Valeria Scirpoli

Sono Valeria Scirpoli. Ho 32 anni e sono pugliese. Sono laureata in Economia e Commercio e in Marketing Management. Amo leggere ma soprattutto scrivere e da anni lavoro come copywriter, social media manager e articolista/blogger. Mi piace scrivere di tutto ma con una forte propensione per lifestyle, gossip, salute, viaggi, ambiente.

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