Attenzioni a quali piante grasse si scelgono per l’esterno perché ci sono alcune che si possono rovinare subito. Ecco per quali optare.
Le piante grasse sembrano indistruttibili, ma all’esterno non tutte resistono: se scegli a caso, in poche settimane puoi ritrovarti vasi svuotati da gelo, sole a picco e ristagni. Se invece si vuole un terrazzo wow tutto l’anno, c’è un criterio semplice per non sbagliare specie e posizione.
Si tratta di optare per le piante grasse piĂą resistenti al maltempo, ideali anche nelle condizioni meteo piĂą avverse delle stagioni autunnali ed invernali. Ecco quali sono.
Diciamolo chiaro: non basta dire “sono succulente, vivono di niente” per metterle fuori e dimenticarsene. Il problema è che l’esterno è un ring: tra gelate improvvise, ondate di sole feroce, vento e piogge torrenziali, molte piante grasse crollano in tempi record.
Ti è mai capitato di vedere rosette molli, macchie marroni o fusti che collassano senza capire il perché? Per fortuna c’è un modo pratico per scegliere le specie giuste e sistemarle nel posto giusto, evitando il “cimitero dei vasi” di fine stagione. Partiamo dai fatti: le piante grasse accumulano acqua, ma questo non le rende invulnerabili. All’esterno il problema si presenta in due modi opposti. In estate, se le metti di colpo in pieno sole, le foglie “cuociono”: compaiono aloni chiari, poi bruciature secche.
In inverno, basta una notte sotto zero con terriccio bagnato e le gelate trasformano i tessuti in poltiglia. Rimandare la soluzione ha un costo. Ogni pianta che marcisce è denaro buttato; i vasi saturi d’acqua attirano cocciniglia e funghi; i rinvasi “riparatori” ti portano via tempo e spesso non salvano l’esemplare. Peggio ancora, un balcone spoglio a metà stagione rovina l’effetto scenico che volevi per cene, aperitivi e colazioni al sole.
Il punto è agire ora: scegliere bene oggi significa evitare la maratona dei rimpiazzi domani. La buona notizia? Ci sono succulente nate per l’aria aperta. Nei climi con inverni freddi del Nord e degli Appennini, i campioni di resistenza sono i Sempervivum (i semprevivi) e molti Sedum rustici: sopportano gelo, neve e siccità se il suolo è ben drenato.
Anche il tappezzante Delosperma regala fioriture neon e regge freddi intensi quando le radici non stanno inzuppate. Tra i cactus, le opunzie più rustiche come Opuntia humifusa tollerano inverni severi e danno padelle decorativissime. Se vuoi forme scultoree, alcune agavi sono eccellenti all’aperto: Agave parryi spicca per rusticità , mentre Agave americana se la cava bene nelle zone miti e costiere se riparata dal gelo umido.
Nelle regioni temperate e marine, anche l’Aloe arborescens può superare l’inverno con minime appena sotto zero, a patto di drenaggio perfetto e riparo dai venti. Al contrario, specie come Echeveria e Crassula ovata brillano soltanto in esterni senza gelo: stanno benissimo fuori da primavera ad autunno, ma in inverno vanno al coperto o sotto tessuto non tessuto in posizioni riparate.
Haworthia e Gasteria, poi, odiano il sole di mezzogiorno: fuori sì, ma in mezz’ombra luminosa, altrimenti si bruciano. La regola d’oro che gli esperti suggeriscono è semplice: abbina la pianta alla tua “zona” climatica e al microclima del balcone. Un terrazzo esposto a sud-ovest, riflettente e ventoso, non è uguale a un patio in ombra luminosa protetto da muri. Il “trucco” extra è l’acclimatazione: esci le piante al mattino presto o in giornate coperte, aumenta la luce un po’ alla volta, e lo shock termico si azzera.
Arriviamo alla soluzione, passo per passo ma senza giri di parole. Primo: prepara il terreno. Un mix da succulente davvero efficace all’esterno è ricco di inerti: metà terriccio e metà materiale drenante (pomice, lapillo, perlite o sabbia grossolana). Niente sottovasi colmi: l’acqua deve scappare via, soprattutto in inverno. Meglio vasi in terracotta, che “respirano”, sollevati da piedini per far defluire la pioggia.
Secondo: posiziona con criterio. Sole pieno per Sedum, Sempervivum, opunzie e agavi; mezz’ombra luminosa per piante a foglia tenera come Haworthia e Gasteria; esposizioni riparate per specie borderline come Aloe arborescens nelle zone fresche. Terzo: gestisci acqua e freddo. Innaffia al mattino, poco e solo quando il substrato è asciutto; da tardo autunno riduci al minimo.
Se annunciano gelo e il terreno è bagnato, ripara i vasi vicino a un muro caldo, usa tessuto non tessuto e, se puoi, inclina leggermente i contenitori per sgrondare la pioggia. Quarto: prevenzione estiva. Evita scottature con una settimana di ombreggiamento leggero all’uscita primaverile; nelle ondate di caldo, schermare nelle ore centrali evita quelle antiestetiche macchie brune.
Riassumendo: scegli specie davvero “outdoor” per il tuo clima (Sempervivum, Sedum, Delosperma, opunzie rustiche, agavi adatte), usa un substrato altamente drenante, calibra esposizione e irrigazione, proteggi nei picchi di caldo e freddo. Così il tuo spazio esterno rimane scenografico, sano e a bassa manutenzione, senza drammi a metà stagione.
Ottobre a Il Paradiso delle signore promette scosse di cuore e veritĂ taciute: ecco chi…
La seconda puntata della serie Balene con Veronica Pivetti e Carla Signoris si prospetta davvero…
Lo sporco non fa miracoli: resiste perchĂ© lo aiutiamo noi con 15 micro-sviste quotidiane +…
Davanzali in marmo: eleganti e brillanti come il primo giorno ma solo se sai come…
Francesca Fialdini, la famosa conduttrice Rai, vive in una casa che rispecchia la sua personalitĂ ,…
Dalle anticipazioni di Forbidden Fruit pare che Alihan passerĂ una notte di passione. I telespettatori…