Prima di continuare ad usare la candeggina sui pavimenti ecco cosa sapere: solo così eviti danni

Non tutti i pavimenti si possono lavare con la candeggina: prima di farlo è importante conoscere queste cose per evitare danni.

Prima di riempire il secchio di candeggina e passare il mocio a tutta forza, fermati: non tutto ciò che profuma di “pulito” è davvero pulito, e non tutti i pavimenti reagiscono allo stesso modo. C’è una regola semplice che evita aloni, odori forti e danni permanenti.

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Prima di continuare ad usare la candeggina sui pavimenti ecco cosa sapere: solo così eviti danni – ideabuilding.it

Conoscerla è fondamentale per evitare di danneggiare le superfici che si stanno trattando. Anche se la candeggina è un prodotto onnipresente in casa ed anche molto utile, ci sono pavimenti che non andrebbero puliti con questa. Ecco perché.

Perché non lavare tutti i pavimenti con la candeggina

Smettila di “annegare” i pavimenti nella candeggina. Lo so, l’odore dà quella sensazione di ospedale che rassicura, ma il risultato spesso è l’opposto: superfici opache, fughe che ingrigiscono, naso che pizzica. Hai mai pensato che forse stai usando lo strumento giusto nel modo sbagliato? E soprattutto, sei sicuro di voler rischiare di rovinare un pavimento che ti è costato un occhio?

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Perché non lavare tutti i pavimenti con la candeggina – ideabuilding.it

Il punto è chiaro: vogliamo pavimenti igienici, ma senza trasformare casa in un laboratorio chimico. Il problema nasce da un equivoco enorme: la candeggina non è un detergente, è un disinfettante. Detergere significa rimuovere lo sporco; disinfettare significa ridurre la carica microbica su una superficie già pulita. Se salti il primo passaggio, la candeggina “maschera” il sudicio senza portarlo via.

Ecco perché, dopo il passaggio energico, restano strisciate, patine e quell’alone opaco che sembra non andare mai via. Come si presenta il problema, nella vita reale? Tipico scenario: sul gres compare una leggera velatura biancastra che non c’era, le fughe si scoloriscono a chiazze, il laminato perde brillantezza. Sul legno o sul parquet compaiono zone più chiare, e con marmo/granito spuntano opacizzazioni irrimediabili.

Gli igienisti e i produttori di superfici lo ripetono da anni: l’ipoclorito di sodio funziona per disinfettare superfici dure, ma solo alla giusta diluizione, su materiale compatibile e con acqua fredda, dopo una pulizia vera. La candeggina sui pavimenti ha un senso solo in casi mirati e se usata da manuale. La regola d’oro è questa: prima si deterge, poi, se serve davvero, si disinfetta.

Per la pulizia quotidiana funziona benissimo un detergente a pH neutro con microfibra e acqua tiepida: intrappola lo sporco e lo porta via, senza stressare i materiali. Sul parquet o legno usa un sapone di Marsiglia o un detergente specifico per legno, panno ben strizzato. Su marmo, granito e pietre naturali evita qualsiasi acido: meglio solo prodotti a pH neutro. Sul gres porcellanato bastano acqua e poco detergente: niente additivi super profumati che lasciano film.

Quando disinfettare ha senso? Dopo incidenti con fluidi biologici, se in casa c’è un malato, o per zone “critiche” (bagno, zona lettiera). A quel punto, rispettare la diluizione è tutto. L’ipoclorito di sodio domestico di solito è al 3–5%: per ottenere una soluzione intorno allo 0,1% (efficace sulle superfici dure già pulite), stai fra i 20 e i 30 ml di candeggina per ogni litro d’acqua fredda.

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Gli errori da non commettere con la candeggina quando si lavano i pavimenti – ideabuilding.it

Se l’etichetta indica 5%, orientati su 20 ml/L; se è al 3%, circa 30–35 ml/L. Mescola, passa con un panno pulito leggermente umido, lascia agire qualche minuto e non risciacquare sulle superfici compatibili come ceramica e gres. Se bambini piccoli o animali gattonano/giocano a terra, un risciacquo finale con sola acqua è una buona idea. E tieni le finestre spalancate: ventilazione prima di tutto.

Materiali sui quali dire no deciso? Legno (anche verniciato), marmo/granito/travertino, resina e microcemento non sigillati, piastrelle smaltate delicate. Qui la candeggina può lasciare cicatrici. Fai sempre una prova in un angolo nascosto e indossa i guanti. Non usare acqua calda (riduce l’efficacia dell’ipoclorito) e non miscelare con altri prodotti.

E se preferisci opzioni più “green”? Per togliere sporco e odori senza disinfettare, l’aceto può aiutare su superfici compatibili come ceramica e gres, ma non è un disinfettante registrato e non va mai usato su pietre naturali o legno. Il bicarbonato è utile come leggero abrasivo sulle fughe: una pasta con acqua, strofinata e risciacquata, fa miracoli.

Nota importante: aceto e bicarbonato insieme si neutralizzano, quindi usali separati e mai vicino alla candeggina. In alternativa, per le fughe chiare, perossido di idrogeno al 3% o prodotti a ossigeno attivo possono schiarire senza i rischi del cloro. Per chi desidera disinfettare senza candeggina, esistono disinfettanti per superfici registrati come Presidio Medico Chirurgico: segui l’etichetta e verifica la compatibilità con il tuo materiale.

La soluzione, insomma, è più semplice di quanto sembri: separa le fasi e rispetta i materiali. Prima rimuovi lo sporco con un buon detergente a pH neutro; poi, solo se c’è un motivo reale, disinfetta con la giusta diluizione di candeggina su superfici compatibili, in acqua fredda e con ottima ventilazione. Così eviti danni, aloni e odori e ottieni quello che volevi fin dal principio: pavimenti puliti e sicuri.

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