Non è raro ritrovarsi con una talpa in giardino ma niente paura perché ci sono soluzioni efficaci per tenerle lontane in maniera poco invasiva.
Fra gli ospiti che si possono ritrovare in giardino ci sono le talpe: queste possono danneggiare le proprie piante, fiori e colture, per questo bisogna correre subito ai ripari senza farsi prendere dal panico. È possibile infatti gestirle senza drammi.

Ci sono strategie discrete, rispettose e concrete per salvare aiuole e prato, limitando i danni e mantenendo un ecosistema sano. C’è un trucco chiave, più semplice di quanto immagini per tenerle lontane senza farle del male. Ecco come fare.
Le soluzioni contro le talpe in giardino
Il tuo giardino non è un campo minato, anche se stamattina sembra. Quelle collinette tonde che spuntano come funghi e quelle stradine morbide sotto l’erba non sono segnali di guerra, ma il segno che una talpa ha eletto casa tua a buffet personale.

Ti ci rivedi? Hai provato a pareggiare il terreno, ma dopo una notte tornano altre gallerie. E allora la domanda è: come allontanare la talpa senza trasformare il giardino in un cantiere e senza ricorrere a metodi cruenti? Partiamo dai fatti. Le talpe sono piccole ingegnere del sottosuolo. Lavorano di notte, amano i terreni umidi e ricchi di lombrichi e insetti.
Non mangiano le radici delle piante, ma mentre cercano cibo creano cunicoli che sollevano l’erba, scollano il tappeto erboso e possono stressare le radici di fiori e arbusti. Se nel prato vedi monticelli a forma di vulcano, con terra fine e friabile, e senti zone rialzate “a serpentina” sotto i piedi, è quasi certo che si tratti di talpa e non di arvicola. Queste ultime, infatti, lasciano buchi aperti ben visibili e rosicchiano davvero i fusti: due storie diverse, due strategie diverse.
La chiave è togliere alla talpa il “tappeto rosso” senza danneggiare lei, te o il tuo suolo. Il primo passo è l’acqua: le talpe seguono l’umidità perché lì c’è più cibo. Se innaffi come se piovesse ai tropici, stai letteralmente apparecchiando. Passa a irrigazioni più rare ma profonde, verifica il drenaggio, elimina ristagni e valuta di creare leggere pendenze o collinette per far defluire l’acqua. È una mossa semplice che, secondo la Royal Horticultural Society, spesso basta a ridurre l’attività.
Il secondo pilastro sono le barriere fisiche. Per aiuole e orti, una rete anti-talpa in plastica rigida o metallo a maglia fitta (meno di 1,3 cm) interrata lungo il perimetro funziona da “recinzione invisibile”. Gli specialisti suggeriscono una profondità attorno ai 50–60 cm con la base leggermente piegata verso l’esterno: la talpa prova a scendere, trova il “gradino” e rinuncia. Per tappeti erbosi nuovi o piccole aree pregiate, si può stendere la rete sotto il manto prima della posa: è lavoro una tantum, ma molto duraturo e completamente non cruento.
Sul fronte “fastidi gentili”, i dissuasori a vibrazione/ultrasuoni a energia solare hanno estimatori e detrattori. Gli esperti di vari servizi di estensione nordamericani riportano risultati variabili: in alcuni giardini le talpe si spostano, in altri sembrano ignorarli. In pratica, vale la pena provarli posizionandoli ogni tot metri, ruotandone la posizione ogni settimana per evitare l’abitudine e combinandoli con il controllo dell’umidità. Non fanno male, non inquinano e possono dare quel colpo di reni decisivo.

E le piante “repellenti”? Menta, rosmarino e altre aromatiche ai bordi sono una cornice bella e profumata. Le prove scientifiche sulla loro efficacia anti-talpa sono limitate, ma come barriera olfattiva leggera e per arricchire il giardino sono una scelta felice. L’importante è non aspettarsi miracoli: considerale un supporto, non la bacchetta magica.
Capitolo “spruzzi e preparati”. I repellenti a base di olio di ricino sono tra i pochi prodotti “naturali” con un riscontro discreto in letteratura: rendono il suolo sgradevole alle talpe e possono indirizzarle fuori dall’area trattata. Se li usi, segui le istruzioni in etichetta, irriga dopo l’applicazione e ripeti dopo piogge intense. Evita invece rimedi casalinghi aggressivi come ammoniaca, naftalina o sostanze irritanti nei cunicoli: oltre a essere potenzialmente pericolosi per te, piante e fauna utile, spesso sono sconsigliati da enti come Humane Society e servizi di giardinaggio seri.
Il giardino è un ecosistema: niente veleni, niente scorciatoie rischiose. Un ultimo tassello è la tolleranza intelligente. Una talpa di passaggio può persino fare bene: aera il terreno e mangia insetti dannosi. Se l’area colpita è marginale, potresti scegliere di intervenire solo per proteggere aiuole o orto e lasciare che il resto si autorregoli.
Se invece l’attività persiste nonostante gli accorgimenti, contatta un professionista che lavori con metodi umani e conformi alle normative locali: in molte zone è vietato eliminare la fauna selvatica senza permessi, e la consulenza giusta può farti risparmiare tempo e soldi.