Un ex ladro ha svelato i 6 trucchi che usava per compiere i suoi furti in casa: con queste tecniche riusciva ad entrare praticamente ovunque.
I ladri hanno tecniche sempre più sopraffine per commettere i propri furti. Un ex ladro oggi pentito — e diventato consulente di sicurezza — ha spiegato come riusciva a entrare nelle case sfruttando 6 trucchi tanto semplici quanto sottovalutati.

La terza tecnica, “geniale ma terrificante”, è il campanello d’allarme che ti farà guardare la tua porta con occhi nuovi. Ecco a cosa fare attenzione per difendersi dai possibili attacchi dei ladri.
I 6 trucchi usati dai ladri per commettere i furti in casa
Se pensi che basti una porta massiccia per dormire sonni tranquilli, indovina un po’? Non è così. I ladri non forzano solo le serrature: forzano le nostre abitudini. Sai riconoscere i segnali che dicono “questa casa è un bersaglio facile”? Sai quali errori quotidiani aprono la porta — metaforicamente e non — a un estraneo?

Andiamo dritti al punto: il rischio di un furto in casa è davvero concreto, e ignorarlo non lo farà sparire. Come si presenta questo rischio nella vita di tutti i giorni? Spesso inizia in silenzio. Una porta che chiudi tirandola senza girare la chiave. Una finestra a ribalta lasciata “tanto sto scendendo un attimo”. Un dettaglio minuscolo incastrato tra telaio e porta che non hai messo tu.
Un forellino sospetto nella cassetta della posta o un mirino coperto da una sostanza opaca. Piccoli segnali che, presi singolarmente, sembrano nulla; tutti insieme disegnano una mappa delle tue abitudini. Un ex ladro con cui ho parlato — oggi lavora fianco a fianco con installatori e forze dell’ordine — mi ha confessato che il suo “segreto” non erano gli attrezzi, ma la pazienza.
“Osservare, capire il ritmo di una casa, sfruttare i varchi che le persone lasciano da sole”, mi ha detto. E sì, mi ha raccontato i famosi sei trucchi. Il primo ruota intorno alla debolezza di vecchie serrature non protette da urti o manipolazioni; il secondo sfrutta la pigrizia di chi non gira la chiave ma lascia solo lo scrocco; il terzo — quello “geniale ma terrificante” — consiste nello sfruttare impronte involontarie per ottenere una copia funzionale della chiave originale; poi ci sono i segnalini (marcatori) per capire se sei rientrato, le intrusioni dalle finestre e gli sguardi elettronici che rivelano se c’è qualcuno in casa.
Non ti spiegherò come si fanno: non serve. Quello che ti serve davvero è sapere come riconoscerne le tracce e come neutralizzarle. Perché agire ora? Perché aspettare ha un costo. C’è il danno economico, certo, ma c’è anche il danno emotivo di sentirsi violati nel proprio spazio. C’è il rischio che dati sensibili, documenti e dispositivi finiscano in mani sbagliate. C’è l’effetto “boomerang”: una casa colpita una volta, se non cambia nulla, diventa bersaglio di nuovo.
E attenzione all’assicurazione: molte polizze richiedono che la porta fosse chiusa a doppia mandata; se non lo era, potresti ritrovarti senza indennizzo. Il tempo lavora contro di te: più a lungo lasci un’abitudine sbagliata al suo posto, più diventa un invito. La buona notizia? Prevenire funziona, e non richiede paranoie, ma metodo. Le fonti serie — dalle linee guida della Polizia di Stato alle raccomandazioni delle associazioni di sicurezza e degli assicuratori — insistono su una regola d’oro: alza l’asticella del fastidio.
Un malintenzionato evita le case che gli fanno perdere tempo e fanno rumore. Comincia dalle basi: abituati a chiudere a chiave ogni volta, anche per “un minuto”. Lo scrocco da solo è un invito. Valuta l’upgrade della porta con una blindata certificata RC3–RC4 (UNI EN 1627) e un cilindro europeo certificato (EN 1303) con protezioni anti-bumping e anti-impressioning, protetto da un defender esterno che impedisca manipolazioni rapide. Chiedi a un installatore qualificato di verificare controtelaio, rostri e piastra di rinforzo: spesso è lì che si gioca la partita del “due minuti in più”, quelli che scoraggiano il colpo.

Non dimenticare il lato “silenzioso” della sicurezza. I famosi marcatori? Dai un’occhiata al perimetro della porta, alla fessura tra anta e telaio, alla cassetta della posta; se noti qualcosa di anomalo, rimuovilo e avvisa i vicini: il controllo di comunità è un deterrente potentissimo. Sulle finestre, soprattutto a piano terra o vicino a pluviali e balconi, monta maniglie con chiave, cerniere antistrappo e, dove necessario, vetri stratificati o inferriate certificate; per le scorrevoli usa blocchi anti-sollevamento.
Di notte e in assenza, chiudi davvero: ribalta non è chiuso. L’illuminazione con sensori di movimento su accessi e giardini e un sistema di allarme certificato con contatti su porte e finestre moltiplicano il rischio percepito dal ladro. Le telecamere possono aiutare, purché installate a norma e con adeguata informativa, ma ricorda: ciò che ferma davvero è il mix di ritardo, rumore, visibilità.
Cura anche l’igiene digitale e sociale. Non sbandierare sui social itinerari e orari in tempo reale, disattiva la geolocalizzazione automatica, fai in modo che qualcuno ritiri la posta se sei fuori più giorni. Non lasciare mai chiavi in luoghi “furbi” ma prevedibili (zerbino, vaso), e non consegnare duplicati senza controllo: il “terzo trucco” vive delle nostre disattenzioni. Valuta una cassaforte ancorata per gli oggetti davvero sensibili; fotografa i beni di valore e annota i numeri di serie, utile per eventuali denunce e rimborsi.
Infine, scegli professionisti veri. Chiedi preventivi che riportino le certificazioni dei componenti e dell’installatore, non farti sedurre da gadget miracolosi. Le migliori difese sono spesso invisibili: abitudini solide, hardware certificato, vicinato attento. La soluzione è tutta qui: rendere la tua casa un bersaglio poco appetibile, da subito.