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Troppe volte ho rischiato di rovinarla, ma da quest’anno so come fare: solo così igienizzo a fondo la coperta di lana della nonna

Basta veramente poco per lavare e igienizzare la propria coperta di lana senza rovinarla: ecco come fare, a mano o in lavatrice. 

Le coperte di lana sono compagne fedeli durante l’inverno, sempre presenti sul divano o sul letto per riscaldarci o coccolarci quando fa freddo. Eppure, prima di prenderle o quando si mettono via in primavera, bisogna lavarle. Non sempre entrano in lavatrice…

Troppe volte ho rischiato di rovinarla, ma da quest’anno so come fare: solo così igienizzo a fondo la coperta di lana della nonna – ideabuilding.it

Per questo esiste un modo per lavarle a fondo, farle tornare soffice, profumate e sicure per la pelle, senza rovinarle. Il trucco c’è, ma bisogna saperlo usare. Ecco come fare.

Come lavare la coperta di lana della nonna

Diciamolo chiaro: la lana non perdona. Un grado in più, una centrifuga troppo energica, un prodotto sbagliato… e addio coperta. Quante volte l’abbiamo rimessa nell’armadio “tanto non è sporca” per paura di rovinarla? Ma davvero vuoi dormire sotto una coperta che sembra pulita, ma non è davvero igienizzata?

Come lavare la coperta di lana della nonna – ideabuilding.it

E se ti dicessi che c’è un modo per farla tornare come nuova, evitando infeltrimenti e restringimenti? Partiamo dai fatti. La lana è una fibra naturale straordinaria: respira, assorbe l’umidità, non trattiene lo sporco come il cotone. Per questo non va lavata spesso, ma quando lo fai deve essere un lavaggio “giusto”, rispettoso della fibra e davvero profondo, soprattutto se la usi tutti i giorni o se è stata chiusa in un baule per mesi.

Il problema di solito si presenta così: odore di chiuso che non va via con una semplice arieggiata, polvere che si annida nelle trame, eventuali macchie lungo i bordi, e quella sensazione di ruvido che tradisce un vecchio lavaggio poco amico della lana. La prima regola per lavare una coperta di lana è leggere l’etichetta. Se compare il simbolo del cerchio (lavaggio a secco) o indicazioni “solo dry clean”, non fare l’eroe: portala in tintoria.

Se l’etichetta consente il lavaggio ad acqua, si viaggia su binari sicuri, ma servono accortezze precise. In lavatrice scegli esclusivamente il programma lana o delicati, con temperatura massima 30°C e centrifuga minima (meglio se molto bassa o esclusa, in base al peso della coperta). Usa un detersivo liquido specifico per lana, evita in assoluto ammorbidente e candeggina: gli ammorbidenti gonfiano la fibra e la irrigidiscono nel tempo, mentre la candeggina la brucia.

Carica la coperta da sola, senza jeans, asciugamani o altri capi pesanti che potrebbero sfregarla; se hai una sacca protettiva capiente, sfruttala per minimizzare i movimenti bruschi. Al termine, niente asciugatrice: distendila su un grande telo in piano, lontano da fonti di calore e dal sole diretto. Rimodella i bordi con le mani e capovolgila ogni tanto per un’asciugatura uniforme. Così la fibra resta distesa e la coperta non si deforma.

Se preferisci il lavaggio a mano, riempi vasca o bacinella con acqua tiepida (sempre sotto i 30°C) e sciogli un misurino di detersivo per lana o sapone neutro. Immergi la coperta senza strofinare, muovendola dolcemente come una nuvola nell’acqua: l’azione è più che sufficiente per rimuovere lo sporco che la lana trattiene in superficie. Lasciala in ammollo per una ventina di minuti, poi risciacqua più volte con acqua pulita finché non vedi più schiuma.

Il mio passaggio “furbo” è il risciacquo finale con un cucchiaio di aceto bianco diluito: aiuta a eliminare i residui di detergente, neutralizza gli odori e mantiene la fibra morbida, senza coprirla con profumi pesanti. Strizza premendo delicatamente, mai torcendo, quindi avvolgila in un asciugamano per rimuovere l’acqua in eccesso e, anche qui, asciugatura rigorosamente in orizzontale.

Vuoi un livello in più di igiene senza stressare la fibra? Prima del lavaggio, aspira la coperta con la bocchetta per tessuti: togli polvere e allergeni che il lavaggio sposterebbe soltanto. Se l’odore di chiuso è insistente, spolvera leggermente la superficie con bicarbonato a secco, lascia agire un’oretta e aspira: è un deodorante delicato e innocuo per la lana. In giornate fredde e secche, una buona arieggiata all’aperto, all’ombra, fa miracoli: l’aria fredda aiuta a ridurre la carica degli acari senza ricorrere a temperature distruttive.

Il metodo per lavare la coperta di lana della nonna – ideabuilding.it

Se desideri un additivo igienizzante, verifica che sia esplicitamente indicato per “lana e delicati”: molti prodotti a base di ossigeno attivo non sono compatibili con le proteine della fibra; meglio attenersi a quanto riportato sull’etichetta del prodotto e, in caso di dubbio, rinunciare. Attenzione anche ai falsi amici. L’idea di “disinfettare” con acqua più calda è la scorciatoia verso il disastro: la temperatura è il trigger numero uno dell’infeltrimento.

Evita sfregamenti localizzati sulle macchie: pretrattale con una goccia di detersivo per lana, tamponando con pazienza. E mai appenderla bagnata: il peso dell’acqua deforma il punto maglia. A questo punto la domanda è: come faccio a sapere se ho fatto tutto bene? Al tatto la coperta deve risultare morbida, compatta ma elastica, senza zone indurite o “arricciate”. All’olfatto, un profumo pulito e leggero, non “mascherato”.

Visivamente, i bordi sono stesi e regolari. Se il risultato non è perfetto al primo giro, resisti alla tentazione di rilavare subito: lascia asciugare bene, arieggia ancora e programma un nuovo lavaggio delicato solo quando necessario.

Flavia Scirpoli

Sono Flavia Lucia Scirpoli, ho 32 anni e vivo in Puglia. Dopo la laurea in Economia e Commercio e in Marketing Management, mi sono specializzata nel Copywriting. Mi piace scrivere e da diversi anni mi dedico alla redazione di articoli di gossip, lifestyle, economia, lavoro e attualità.

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