I ladri hanno trovato una nuova tecnica per mettere a punto i loro colpi: si parla di “impressione”, così clonano le chaivi in 2 mosse.
Quando le città si svuotano, i portoni restano chiusi più a lungo del solito e le luci di salotto si accendono solo con i timer, è allora che i ladri agiscono. Mentre molte famiglie si concedono una pausa, la paura dei furti in casa risale, insieme alla sensazione che i ladri “ne inventino sempre una” per agire indisturbati, senza rumore e senza lasciare tracce.

Le cronache parlano da tempo di bande specializzate e di tecniche rapide, pulite, tanto efficaci quanto difficili da individuare. Tra queste, una in particolare continua a far discutere gli esperti di sicurezza: l’impressioning o “impressione”.
Cos’è la tecnica dell’impressione usata dai ladri?
La tecnica dell’impressione si basa su un principio semplice: sfruttare l’uso legittimo della serratura per ottenere, in due mosse, le informazioni necessarie a duplicare una chiave. La prima fase consiste nel predisporre la serratura affinché, quando il proprietario utilizza il proprio mazzo, venga lasciata una traccia utile della “mappatura” dei denti. La seconda consiste nel recuperare quella traccia e trasformarla in una copia non autorizzata.

Risultato: accesso silenzioso, nessun segno di scasso, nessun allarme del vicinato, un “furto fantasma” che in alcuni casi può essere scoperto giorni dopo, quando ci si accorge che mancano solo gli oggetti di valore più facili da piazzare. Negli ultimi mesi, in varie città europee, le forze dell’ordine hanno segnalato casi riconducibili a questa modalità.
Gli investigatori confermano un quadro noto: gruppi organizzati osservano i condomìni, testano abitudini e orari, marcano gli ingressi con segni minimi, spesso invisibili a un occhio non allenato. È la fase di studio, decisiva tanto quanto l’esecuzione. Come difendersi? Gli esperti indicano una strategia multilivello. La prima linea è sempre meccanica: serrature di ultima generazione, cilindri certificati contro bumping e impressioning, protezioni esterne (defender) antivite e antistrappo, scudi che impediscono l’accesso diretto al bocchettone del cilindro.
È fondamentale anche l’uso corretto: chiudere sempre a chiave, non limitarsi allo scatto, controllare regolarmente lo stato dell’ingresso e chiamare un professionista in caso di giochi anomali della serratura o segni sospetti sul portone. La seconda linea è organizzativa. Evitare di diffondere sui social abitudini e date di partenza, chiedere a un vicino di fiducia di ritirare posta e volantini, usare timer intelligenti per luci interne e piccole radio, variare le routine.
È utile un controllo visivo settimanale del pianerottolo e della porta: piccoli filamenti, adesivi o granelli potrebbero essere lasciati come “indicatori” per verificare se l’ingresso viene utilizzato. In caso di dubbio, documentare con foto e informare l’amministratore di condominio o le forze dell’ordine. La terza linea è elettronica. Sistemi d’allarme con contatti su porte e finestre, sensori volumetrici e videocamere con notifiche in tempo reale, meglio se collegati a centrali operative o a numeri di emergenza.

Anche un citofono smart, che consenta di rispondere da remoto e simulare presenza, può fare la differenza. E per chi abita ai piani bassi, grate certificate e vetri di sicurezza restano un presidio decisivo. Un capitolo a parte meritano le chiavi. Ridurre le copie allo stretto necessario, evitare di lasciarle in luoghi accessibili o prevedibili, non affidarle a estranei per lunghi periodi, preferire sistemi con tessera proprietaria per la duplicazione controllata.
Quando si cambia inquilino o colf, aggiornare la dotazione. In caso di smarrimento, meglio sostituire il cilindro. Un controllo periodico da parte di un serraturiere qualificato aiuta a verificare compatibilità, usura e vulnerabilità. Infine, il condominio come comunità: illuminazione delle scale e dell’androne sempre efficiente, telecamere nelle aree comuni dove consentito, porte d’ingresso ben chiuse con molla regolare, affissioni chiare sul divieto di far entrare sconosciuti.
L’attenzione condivisa è spesso il primo vero deterrente. La sensazione che “passi inosservato” è ciò che i ladri cercano; togliere loro anonimato, tempo e semplicità di azione resta il modo più concreto per alzare la soglia di sicurezza.