Se i costi di luce e gas sono particolarmente alti è possibile esercitare il diritto di recesso: ecco come funziona.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento significativo delle bollette di luce e gas, legato a diversi fattori. I costi elevati mettono in difficoltà le famiglie, che sempre più spesso adottano strategie per risparmiare. Il diritto di recesso è uno degli strumenti che abbiamo a nostra disposizione, che può rivelarsi di grande aiuto in queste situazioni.
Sono diverse le cause dietro al rincaro che, negli ultimi anni, ha interessato le nostre bollette. Il mercato energetico è influenzato dai conflitti internazionali e il costo delle materie prime (in particolare il gas) ha subito un incremento notevole. Coloro che hanno optato per il mercato libero, con le sue tariffe variabili, sono i più esposti alle fluttuazioni dei prezzi all’ingrosso.
Tutto ciò non fa altro che mettere in difficoltà le famiglie, le quali devono fare i conti con un generale aumento del costo della vita, rischiando di cadere nella morosità. In molti adottano soluzioni come passare al mercato libero, confrontando le proposte dei vari fornitori così da poter trovare quella più adatta alle proprie esigenze; oppure usare elettrodomestici a basso consumo.
Un utente può decidere di passare ad un altro fornitore, scegliendone uno che presenta una tariffa più vantaggiosa. La decisione di interrompere il proprio contratto potrebbe essere dovuta anche ad altre ragioni, come un trasferimento di residenza. Il diritto di recesso è lo strumento che ci permette di procedere con la disdetta.
Con questo termine si fa riferimento alla possibilità, per il cliente, di cessare il contratto di fornitura di energia elettrica o gas prima che scada naturalmente. La facoltà di disdetta si può applicare in diversi modi, in base al contratto stipulato. Innanzitutto, bisogna sapere che viene sempre riconosciuto un termine di 14 giorni per annullare la sottoscrizione, esercitando il diritto di ripensamento senza alcuna penale.
Se, invece, effettuiamo un recesso anticipato prima della scadenza del contratto le tempistiche entro cui far valere il proprio diritto possono variare a seconda della tipologia di contratto. Se la fornitura è attiva, solitamente è richiesto un preavviso di 30 giorni lavorativi; per i contratti con scadenza vincolata l’obbligo può essere di 30, 60 o 90 giorni.
In questi casi potrebbero esserci dei costi da sostenere che comprendono: i corrispettivi amministrativi per la presa in carico della pratica; le spese di disattivazione del contatore; l’addebito dei consumi residui fino al termine effettivo del contratto. Inoltre, potrebbero aggiungersi penali nel caso di offerte a prezzo bloccato con una durata minima.
Gli utenti che vogliono disdire il contratto di gas e luce sono tenuti a presentare un modulo di recesso, assicurandosi che sia compilato correttamente, insieme ad una serie di documenti. Tra cui dati anagrafici, numero cliente indicato sulle bollette, copia del contratto di fornitura e indirizzo, codice POD e documenti di identità.
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