I B&B nei condomini sono sempre più diffusi. Sono fonte di guadagno per i proprietari ma non a discapito dei condòmini.
Chiunque può decidere di aprire un Bed and Breakfast in un condominio, la Legge lo prevede a condizione che non arrechi danni alle parti comuni o limiti i diritti degli altri condomini. Significa che il B&B non può compromettere la sicurezza e la tranquillità dell’edificio.

Per poter aprire un B&B servono permessi, l’invio della SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività – al Comune e bisogna rispettare le normative igienico sanitarie locali. Non solo, bisogno conoscere ciò che stabilisce il regolamento condominiale in relazione all’eventuale dell’apertura di una struttura ricettiva nel palazzo. Seppur non vi fossero indicazioni in merito non significa avere il via libera.
Secondo la Giurisprudenza, infatti, l’uso dell’immobile di proprietà ai fini ricettivi è ammesso se compatibile con la destinazione d’uso dell’edificio. In uno stabile residenziale, ad esempio, l’attività commerciale potrebbe non essere consentita e dunque contestata dai vicini. Questo non è l’unico caso in cui il B&B è a rischio chiusura. Ci sono regole da seguire per non rischiare lamentele che porterebbero a porre fine all’attività di Bed and Breakfast.
Quando i vicini possono lamentarsi del B&B nel condominio
Mettiamo il caso che superate burocrazia e regole varie si riesca ad aprire il B&B nel condominio. Bisognerà stare molto attenti alla scelta degli ospiti perché se l’attività dovesse diventare elemento di disturbo oltre i limiti della normale tollerabilità i vicini potrebbero opporsi secondo quando stabilito dall’articolo 844 del Codice Civile.

Nello specifico l’opposizione potrebbe essere giustificata da rumori molesti, movimento continuo e disturbante di persone estranee, utilizzo delle parti comuni in modo improprio e con maggiore frequenza rispetto gli altri condomini e dall’aumento della sporcizia e dei rifiuti gestiti in modo non corretto. I vicini potrebbero avanzare una contestazione formale all’amministratore di condominio che avrebbe l’obbligo di agire per porre fine agli elementi di disturbo.
Musica alta, porte sbattute, trascinamento di valigie anche in ore del riposo, occupazione di posti auto condominiali, mancato rispetto della raccolta differenziata sono alcuni dei motivi di lamentela più comuni. Se il disturbo è ripetuto nel tempo scatterebbe il reato di violazione del diritto alla quiete domestica.
Spetterebbe all’amministratore mediare tra le parti utilizzando come strumento per risolvere le controversie il regolamento condominiale oppure il Codice Civile. Per evitare di dover chiudere l’attività il proprietario è bene che stabilisca chiare regole per i clienti, definisca orari di check in e check out durante il giorno, limiti il numero di ospiti e preferisca un certo tipo di ospiti (sì le famiglie e i lavoratori, no gruppi di amici).