Troppo rumore dallo sciacquone del vicino? Scopri quando puoi chiedere un risarcimento.
Capita a tutti prima o poi: è sera, finalmente ci si rilassa sul divano dopo una giornata infinita, silenzio assoluto e poi… lo sciacquone del vicino. Non un rumore normale, no, ma quel getto d’acqua che sembra un fiume in piena e che ti accompagna fino alla camera da letto. All’inizio fai finta di niente, pensi che sia solo un fastidio passeggero, ma notte dopo notte inizi a chiederti se non ci sia un modo per mettere fine a quel concerto idraulico.

E soprattutto: si può davvero chiedere un risarcimento per un rumore del genere? La questione non è poi così banale perché la legge qualcosa dice e pure i tribunali, negli ultimi tempi, si sono trovati più volte a occuparsi di casi simili con esiti tutt’altro che scontati. Insomma, la curiosità è tanta: fino a che punto il diritto al riposo e alla salute può prevalere sul diritto del vicino a usare il suo bagno in santa pace?
Sciacquone del vicino ti fa impazzire? Ecco quando scatta il risarcimento
Tutto ruota attorno a un articolo del Codice Civile, il famoso 844, che stabilisce come i rumori, ma anche fumi, calore e altri “effetti collaterali” della vita in condominio, non possano superare la normale tollerabilità. Detto così sembra semplice, ma nella pratica capire quando si oltrepassa il limite è tutta un’altra storia perché dipende dal contesto, dagli orari, dalla durata e perfino dalla sensibilità di chi li subisce.
Un condomino, esasperato da un impianto idraulico che faceva più rumore di un vecchio treno a vapore, ha deciso di rivolgersi al giudice. In primo grado ottiene che la proprietaria dell’appartamento incriminato metta mano al bagno e faccia i lavori necessari per ridurre il frastuono. Fin qui tutto bene, peccato che il risarcimento per i danni alla salute non venga concesso.

L’uomo non si arrende e porta la questione in appello. Il Tribunale conferma l’obbligo di intervenire sull’impianto, ordinando perfino la demolizione e la ricostruzione del bagno, ma anche stavolta niente soldi per il danno biologico.
La storia arriva allora in Cassazione e qui le cose cambiano: i giudici spiegano che non si può escludere il risarcimento solo perché il rumore non è l’unica causa del problema di salute. Se il frastuono contribuisce, anche solo in parte, a peggiorare la situazione, la vittima ha diritto a essere risarcita.
Tradotto: se lo sciacquone del vicino ti rovina le notti e un perito dimostra che quel rumore ha inciso davvero sul tuo benessere, il risarcimento diventa possibile. Una piccola rivoluzione per chi, in condominio, sogna non solo silenzio ma anche giustizia.