Una guida chiara e aggiornata per capire quando e come si calcolano le tabelle millesimali e perché sono così importanti per ogni condomino.
Capita spesso, quando arriva il bilancio annuale del condominio, di chiedersi se la cifra segnata accanto al proprio nome sia davvero corretta.

Le tabelle millesimali, quel documento allegato al regolamento condominiale e citato con aria di mistero dall’amministratore, hanno un ruolo decisivo: sono loro a stabilire “quanto” e “come” ogni proprietario partecipa alle spese comuni. Nonostante la loro importanza, per molti restano un rebus: termini tecnici, calcoli complessi, norme che sembrano scritte apposta per i professionisti del settore. Eppure, con un po’ di chiarezza, queste tabelle diventano uno strumento di trasparenza e non di confusione.
Condominio, stai pagando troppo? Il segreto è nelle tabelle millesimali
Dietro ogni cifra nel rendiconto condominiale c’è un principio preciso: la ripartizione delle spese deve essere proporzionale al valore di ciascuna unità immobiliare rispetto all’intero edificio. Questo valore è espresso in “millesimi” e finisce in un documento ufficiale: le tabelle millesimali.
Il loro scopo è semplice da dire, meno da calcolare: stabilire quanto ogni condomino deve contribuire a spese come manutenzione del tetto, illuminazione delle scale, gestione del giardino, pulizia delle aree comuni, fino al riscaldamento centralizzato. Senza queste tabelle, il rischio di discussioni infinite in assemblea sarebbe altissimo.

A redigerle è sempre un tecnico abilitato – geometra, architetto o ingegnere – che valuta diversi fattori:
- la superficie e il volume dell’appartamento
- il piano in cui si trova (un attico non vale come un seminterrato)
- l’esposizione e la luminosità
- la presenza di balconi, terrazzi o altre pertinenze
La legge, però, è chiara: migliorie personali o stato di manutenzione non possono influire sul calcolo.
Esistono più tipi di tabelle. Quelle “di proprietà” servono a ripartire le spese comuni e a stabilire i quorum per le decisioni assembleari. Poi ci sono le tabelle “d’uso”, utili quando un servizio riguarda solo alcuni condomini, come l’ascensore o una scala secondaria.
La loro approvazione richiede una maggioranza specifica: la metà dei presenti in assemblea che rappresenti almeno 500 millesimi. Lo stesso vale per eventuali modifiche, possibili solo in caso di errori o variazioni strutturali che cambiano il valore degli appartamenti. Se invece le tabelle sono state fissate contrattualmente, ogni modifica deve avere l’unanimità.
E se non ci sono tabelle millesimali? La legge impone comunque una suddivisione proporzionale delle spese, ma senza un documento ufficiale le controversie sono praticamente assicurate.
In definitiva, le tabelle millesimali non sono un semplice allegato burocratico, ma il cuore della vita condominiale. Conoscerle significa capire come vengono calcolate le spese, sapere quando si possono contestare e avere la certezza di pagare il giusto. Un piccolo investimento di tempo per leggerle con attenzione può evitare discussioni infinite e, soprattutto, far dormire sonni tranquilli al momento del bilancio annuale.