L’etichette attaccate ai bagagli sono spesso un fastidio per i viaggiatori che tendono a volerle eliminare il prima possibile: ecco perché sarebbe meglio farlo comodamente a casa.
Siamo giunti a settembre, mese in cui la maggior parte di noi ha fatto ritorno dalle vacanze estive e si è già fiondato nuovamente nella routine, un ritorno duro, che obbliga a smaltire la “sbornia” da relax e induce a tornare concentrati sul lavoro e sugli obiettivi che da sempre caratterizzano la nostra quotidianità.
Meglio in questa fase eliminare ogni ricordo del viaggio appena concluso, pena il finire in un circolo di melanconia nostalgica che ci riporta con la mente alla spiaggia, al mare ai costumi e ai drink sul lettino e che al contempo ci intrappola in un loop di deconcentrazione e mancanza di stimoli.
Facciamo dunque sparire le valigie ancora sfatte, ricolme di quegli abiti utilizzati fino a pochi giorni prima, via ovviamente anche le etichette associate al viaggio, quelle che vengono messe sulle valige per evitare che il bagaglio venga smarrito e che ci si debba ricomprare l’intero guardaroba estivo.
Molti eliminano questi ricordi del viaggio quando sono ancora in aeroporto, subito dopo aver ritirato il bagaglio dal nastro trasportatore, lo fanno in parte per una questione di pulizia visiva, in parte per chiudere anzitempo la parentesi vacanziera e mentalmente aprire un nuovo capitolo, ma così facendo si espongono ad un rischio più grande della semplice nostalgia vacanziera.
Secondo quanto emerso, ci sono dei truffatori che si appostano proprio negli aeroporti e osservano i viaggiatori nell’intento di capire se staccano e buttano le etichette associate al loro bagaglio per prenderle e mettere in atto una truffa che vi coinvolge direttamente. In pratica pare che scansionino il codice a barre e lo utilizzano per ottenere i dati del bagaglio e di conseguenza quelli del proprietario per effettuare una denuncia di bagaglio smarrito.
Sembra inoltre che da questa denuncia possano risalire all’account con il quale è stato prenotato il viaggio e di conseguenza sfruttare i dati contenuti in esso, come ad esempio quelli della carta utilizzata per pagare i biglietti. Sebbene si tratti di un rischio non altissimo, concorderete con il fatto che sia meglio evitare di correrlo e smaltire una volta a casa le etichette.
In alcuni aeroporti, quelli più grandi e affollati il rischio può essere maggiore, tanto che a Tokyo sono stati posti dei cestini appositi per lo smaltimento delle etichette delle valige vicino ai nastri trasportatori, così che nessuno possa ripescarle e mettere in atto la truffa.
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