Le truffe sui bonifici sono molto diffuse e subdole. Ecco quali sono i 5 inganni più comuni e come difenderci grazie alla nuova arma delle banche.
Con truffe sui bonifici si intendono le frodi messe in atto da malintenzionati che ingannano le vittime spingendole ad inviare loro denaro. I criminali sfruttano diversi stratagemmi per riuscire ad abbindolare gli utenti, i quali possono proteggersi adottando le giuste precauzioni. Capire quali sono gli inganni più comuni è il primo passo per tutelarsi.

Ogni anno milioni di persone vengono colpite da truffe online, una tipologia di frode in costante crescita. Al contrario di quanto si potrebbe credere, le vittime non sono solamente gli anziani: molto spesso a cadere nelle trappole dei cybercriminali sono i giovani. Solitamente, i malintenzionati ingannano gli utenti spacciandosi per qualcun altro, comprese figure autoritarie e istituzioni bancarie o servizi di vario genere. Ecco quali sono le frodi più diffuse e qual è la nuova arma delle banche per difenderci dai truffatori.
Truffe sui bonifici, come riconoscere le più diffuse
Tra gli stratagemmi più usati dai malintenzionati troviamo il phishing bancario. Ormai un classico nel mondo delle truffe online, consiste nel contattare gli utenti con email o SMS fasulli nei quali i cybercriminali si fingono enti pubblici o banche, richiedendo l’inserimento di informazioni personali su siti fraudolenti. In questo modo gli hacker si impossessano dei nostri dati privati, che possono usare per bonifici non autorizzati.

Un altro inganno diffuso è quello dei falsi rimborsi (o premi). Anche in questo caso gli utenti vengono contattati tramite email e messaggi fasulli in cui viene promesso del denaro. La comunicazione ricevuta contiene un link fraudolento o un modulo da compilare, che in realtà viene sfruttato dai malviventi per rubare i dati sensibili delle vittime.
Proseguendo, la “truffa dell’IBAN modificato” è una tecnica molto sofisticata che si basa sull’intercettazione, da parte degli hacker, delle email scambiate tra aziende e clienti. I malintenzionati accedono alle comunicazioni e cambiano l’IBAN riportato nelle fatture o negli ordini di pagamento per poi inoltrare il messaggio alla vittima, che finisce con l’effettuare un bonifico sul conto corrente sbagliato.
Tra gli inganni più diffusi, troviamo anche il falso acquisto di oggetti venduti online. In questo caso, i truffatori si fingono utenti interessati a comprare un oggetto usato: dopo aver contrattato col venditore, effettuano un bonifico ordinario, che viene revocato in seguito alla spedizione dell’articolo. Così la vittima perde sia il prodotto che i soldi.

Infine, c’è la truffa del falso fornitore. I criminali si spacciano per esercenti abituali e inviano agli utenti ignari una comunicazione in cui li informano del cambiamento delle proprie coordinate bancarie. Il denaro versato dalla vittima, però, non va al solito fornitore ma finisce direttamente nelle tasche dei truffatori. Per contrastare le frodi sempre più diffuse, è stato introdotto il servizio VOP (Verification Of Payee).
Si tratta di un utile strumento di sicurezza, che verifica la corrispondenza tra il nome del beneficiario del bonifico e l’IBAN indicato. Questo meccanismo si attiva automaticamente prima dell’autorizzazione del pagamento e non ha solo l’obiettivo di ridurre i pagamenti verso conti bancari errati, ma anche di prevenire possibili frodi. Il servizio diventerà obbligatorio per le banche dell’area SEPA a partire dal 9 ottobre 2025.